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Con Gino Ragno accanto, per realizzare le nuove prospettive europee

28 Novembre 2013

Domenico Cambareri

 

 

 

 

 

 L’edizione europea del Premio 2013 rappresenta un forte stimolo per continuare nella strada intrapresa.

 Recuperare il più lontano passato, per creare un inatteso grande futuro

 

 

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A quattro anno dalla morte di Gino Ragno, possiamo dire che, con la nuova pagina che abbiamo iniziato a scrivere, lo stiamo ricordando nel migliore dei modi.

Una continuità ideale e storica che ritrova lievito ed energie nel faticoso ma indispensabile compito di essere attivi costruttori della nuova Europa. E quindi di continuare nell’incessante opera di avvicinamento dei popoli europei e delle loro culture e politiche nazionali al fine di realizzare una più profonda e articolata integrazione.

Non si sfugge, fra l’altro, dal perseguire questo grande obiettivo. Esso è ideale e al contempo necessario. Ideale perché consentirà a genti dal retaggio comune e dall’orizzonte altrettanto comune di comporre un’unità di incredibile portata e valore; necessario perché è l’unica via per non dovere continuare a soggiacere davanti a decisioni prese da altri; decisioni che toccano e coinvolgono la vita, le esigenze e gli interessi dei popoli europei.

Rimosso da circa 25 anni il tappo sovietico, che aveva per così lungo tempo bloccato la riunificazione della Germania, le energie vive hanno cominciato a correre sempre più veloci. Ma ciò che è stato fatto ancora non basta. Il processo di unificazione e integrazione è in forte ritardo per gli egoismi interni, le miopie dei governi, il ruolo predominante degli interessi delle banche nella gestione di una macchina burocratico – finanziaria. Realtà politico – monetaria che si trova alla mercé di esse per la grave tara della scelta ultraliberista che ne sta alla base, con cui l’entità sovranazionale e le singole entità nazionali sono state espropriate dell’indispensabile e non surrogabile sovranità in questo assetto basilare e di cruciale importanza per la vita dell’Unione Europea e dei suoi popoli.

L’edizione 2013 del Premio Europeo Capo Circeo ha realizzato un primo obiettivo con il concreto allargamento delle nazionalità coinvolte attraverso le personalità premiate: dell’Austria, del Belgio, della Francia, del Regno Unito, della Germania, dell’Italia e infine della Turchia, che rappresenterà parte della frontiera orientale della nuova Unione Europea.

In riferimento al numero dei premiati, abbiamo dato molto spazio agli italiani non in quanto padroni di casa ma per dare fiducia alla Nazione tra le maggiori che oggi è fortemente colpita dal prolungarsi della grave crisi economica e per dare fiducia a un popolo che, nonostante gli errori le colpe e le omissioni sue e dei suoi governanti, ancora la merita.

 

 

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