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I confini marittimi nazionali sin da subito confini di tutta l’UE?

Fonte: Rivista Marittima
Autore: Umberto Leanza

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SOVRANITA’ EUROPEA
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Unione Europea e Nazioni aderenti. I confini marittimi nazionali sin da subito confini di tutta l’UE?

 

Pubblichiamo l’importante articolo  del Prof. Umberto Leanza, Vice Presidente  SIOI (Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale)*  e Componente del Comitato d’Onore del Premio Europeo Capo Circeo,  già Professore Ordinario di Diritto Internazionale a UniRoma 2, “Le delimitazioni marine nella piattaforma del Mediterraneo centrale” .  L’articolo è apparso sul numero di ottobre 2016 della prestigiosa e antica “Rivista Marittima“, mensile della Marina Militare dal 1868, oggi diretta dal Capitano di Vascello Stefano Romano.

*Con la XXXIII Edizione del “Capo Circeo”, il riconoscimento è stato attribuito al Presidente della SIOI, (On.) Dr. Franco Frattini, più volte ministro della Repubblica.

La rilevanza dei contenuti in esso presentati non va sottaciuta. Alla luce delle prospettive che promuove il PECC, costituisce fatto  proficuo e significativo il sapere “traslare” e ampliare nei modi più acconci e altresì cauti questi contenuti entro uno scenario  euromediterraneo  (nel quale peraltro ci troviamo de facto già totalmente coinvolti, pure con situazioni critiche non ancora superate) sempre più dinamico, inclusivo, foriero di una più coesa  solidale sicura e forte comunità sovranazionale, Eufrasia, la quale sappia e voglia essere attore politico di primo piano nel contesto mondiale. Contesto che  è contraddistinto  da diversi anni da  sempre più accentuate e profonde trasformazioni, spesso fluttuanti,  contraddittorie e poste su pericolosi crinali e con colpi di coda molto cruenti. 

Siamo quasi alla vigilia del 60° anniversario dei Trattati di Roma (TCEE, Trattato Comunità Economica Europea  TCEE Trattato Europeo sull’Energia Atomica, 25 marzo 1957), firmati nella Sala del Palazzo degli Orazi e Curiazi del Palazzo dei Conservatori sul Campidoglio, Palazzo in cui da diversi anni si svolgono le cerimonie del “Capo Circeo”. 

Oggi, ad onta delle apparenze quasi funeste, i tempi sono maturi per dire che bisogna andare più in avanti della Convenzione di Nizza (Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea 7 dicembre 2000 e poi il 12 dicembre 2007 rivista a Strasburgo),  del Trattato di Lisbona (13 dicembre 2007) con cui nasce l’Unione Europea.

I popoli, i Paesi dell’Europa orientale e del Mediterraneo non possono non fare parte a pieno titolo di questa Eufrasia. E’ pertanto indispensabile che tutti i Trattati bilaterali dei Paesi rivieraschi  del Cuore di Eufrasia vengano stipulati e ratificati alla luce del più ampio e amichevole accordo possibile. Accordi che apriranno le porte a un livello di co-partecipazione e fraternità civile atti a riplasmare in toto la geografia politico-economica odierna. Di questo godranno i  frutti le prossime generazioni. Al contempo, si porrà adeguato riparo contro sconvolgimenti geo-demografici senza pari, quanto contro il veloce tramonto di molti popoli euromediterranei. 

Le situazioni pendenti, come quelle della Valletta, di Tripoli e tutte le altre, che è inutile dire che presentano aspetti davvero incresciosi, dovrebbero venire superate con gli occhi rivolti al futuro comune e al piatto del reale riconoscimento delle ragioni altrui.

Su questo piano, dunque, la sponda meridionale del Cuore di Eufrasia riveste e rivestirà un rilievo sempre più marcato. Essa va definitivamente sottratta alle prolungate destabilizzazioni operate dall’esterno: pacificata e inserita nel contesto europeo sul piano economico, culturale, sociale. Impresa grandiosa e altamente impegnativa.

Questo articolo è stato anticipato da quello del Consiglio Direttivo, curato dal Segretario generale del PECC, Domenico Cambareri, al fine di fare fruire alla  platea di lettori più ampia possibile la primaria importanza geopolitica  della  difesa ambientale e della biosfera,  della preservazione di tangibili e altresì non quantificabili interessi economici vitali di lunga durata, dell’incisiva prevenzione e dell’allerta più geograficamente estesa di fronte a pericoli esterni anche cruciali, in assenza di un’adeguata profondità geopolitica a carattere oceanico. – (D.C.)

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Prof. Umberto Leanza

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